CANNABIS PERLA PANCREATITE CRONICA: NOVITÀ DA UN CASE REPORT ITALIANO

11 novembre 2025

Dopo quasi 20 anni di medicina tradizionale senza alcun miglioramento, una paziente ha trovato una risposta nella cannabis terapeutica

Una paziente affetta da pancreatite cronica, dopo aver provato quasi 20 anni qualsiasi rimedio della medicina tradizionale senza che i suoi dolori e il suo malessere fossero alleviati, ha trovato una risposta nella cannabis terapeutica, che ha cancellato il dolore con cui era ormai abituata a convivere, restituendole una vita degna di essere vissuta.


Il racconto arriva da un case report, un singolo caso clinico, raccontato dalla rivista scientifica The Journal of Cannabis Research a partire da un caso seguito dal dottor Felice Spaccavento, medico esperto in trattamenti con la cannabis, che dirige l'Unità di cure palliative della Asl di Bari.


La paziente, «a causa dei sintomi persistenti, ha dovuto sottoporsi a molteplici procedure di CPRE, con relative sfinterotomie biliari e pancreatiche e posizionamento di stent a livello del dotto pancreatico, volte ad alleviare l'ostruzione duttale pancreatica e le stenosi cicatriziali ricorrenti. Purtroppo le sue condizioni sono rimaste resistenti a questi interventi, portando a ripetuti ricoveri ospedalieri e procedure aggiuntive in diversi centri medici. Nonostante questi sforzi, il dolore addominale e gli episodi di pancreatite sono continuati senza sosta».


Il case report continua a raccontare che: «Nel febbraio 2024, dopo quasi due decenni di sintomi non alleviati, la paziente si è rivolta all'ambulatorio di Terapia del Dolore dell'Asl di Bari». Qui le viene prescritto un olio di cannabis a base di CBD, con THC sotto allo 0,5%, da assumere 3 volte al giorno per un dosaggio totale di 6mg di CBD al giorno.


«Sorprendentemente», riportano gli autori, «entro pochi giorni dall'inizio di questa terapia, la paziente ha riscontrato una drastica riduzione del dolore e la cessazione degli episodi di pancreatite acuta. Questo significativo miglioramento le ha permesso di interrompere l'uso di altri antidolorifici, contribuendo anche a un aumento dell'appetito, all'aumento di peso e a una migliore qualità della vita complessiva».


Fonte: Dolce Vita Magazine

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