Canapa: la pianta multifunzionale per il risanamento ambientale

27 agosto 2025

Dai PFAS ai metalli pesanti: la canapa come strumento naturale di bonifica e rigenerazione ambientale

La canapa industriale si conferma oggi come un potente alleato nella fitorimediazione: la capacità di purificare suoli, acque e aria inquinate grazie alla sua straordinaria adattabilità e al rapido accrescimento della biomassa. Uno studio pubblicato su Environmental Science: Advances ha dimostrato che la canapa può estrarre efficacemente metalli pesanti e PFAS (i cosiddetti “forever chemicals”) dal suolo, offrendo una soluzione green ed economica per la decontaminazione ambientale.


Nella review appena pubblicata viene sintetizzata la sua applicazione in tre ambienti: suolo, acqua e aria.


“Nei sistemi del suolo, la canapa è stata studiata per il risanamento di metalli pesanti, inquinanti organici e radionuclidi, attraverso meccanismi quali la fitoestrazione, la rizodegradazione e la fitostabilizzazione. Le applicazioni acquatiche includono il biosorbimento (utilizzando materiali grezzi e chimicamente modificati derivati dalla canapa per rimuovere nutrienti, metalli pesanti, coloranti e farmaci), il fitorisanamento idroponico del percolato di discarica e la coltivazione in campo con l’irrigazione di acque reflue trattate”, sottolineano i ricercatori.


E precisano che: “L’analisi della revisione rivela che il risanamento del suolo basato sulla canapa, in particolare per i metalli pesanti, è il campo più sviluppato, con diversi studi sperimentali e su scala di campo. Al contrario, le applicazioni acquatiche e soprattutto atmosferiche rimangono poco esplorate e limitate a dimostrazioni su scala di laboratorio”.


Secondo gli scienziati la canapa dimostra un forte potenziale come fitorimediatore e biosorbente, con applicazioni che si estendono oltre la decontaminazione del suolo al trattamento delle acque e, potenzialmente, alla mitigazione degli inquinanti atmosferici.



PFAS: LA CANAPA CONTRO I COMPOSTI ALTAMENTE TOSSICI

I PFAS, per- e polifluoroalchilici, sono composti altamente tossici e persistenti, diffusi in tutto il globo (oggi si contano milioni di loro varianti) e bloccati nel suolo da legami chimici molto stabili.


Lo studio condotto in Maine (USA), in collaborazione con la comunità Mi’kmaq, ha analizzato 28 PFAS nel terreno: la canapa ha assorbito 10 di essi, eliminando circa l’1–2% del totale presente nel sito, con un picco dI 1,4 mg prelevato nelle piante.


La fase successiva all’estrazione prevede il trattamento delle foglie e steli contaminati tramite la hydrothermal liquefaction (HTL), che degrada quasi completamente i PFAS carbossilici, abbattendo la tossicità residua.


POTENZIAMENTO CON ADDITIVI ORGANICI

Recenti ricerche da Belgio, pubblicate dalla Ghent University, mostrano fino al 67% di rimozione dei PFAS in prova a campo, quando si combinano canapa e specifici additivi organici al suolo. Soprattutto, il fenomeno dei PFAS a catena lunga sembra trasformarsi in molecole più corte, assorbibili dalla pianta: una svolta importante nella strategia di bonifica .


OLTRE I PFAS: METALLI PESANTI E BIOMASSA

La canapa si è rivelata efficace anche nell’estrazione del piombo, cadmio, zinco, nichel e cromo. In Italia progetti ENEA-Coldiretti a Valbasento, Bari e Sardegna stanno hanno testato la pianta su terreni agricoli contaminati. Inoltre, una volta raccolta, la biomassa contaminata può essere trasformata in fibra, carta, bioedilizia o bioenergia: una perfetta logica di economia circolare che trasforma il rifiuto in risorsa.


Il vero valore della canapa


Rimozione progressiva e sicura: in un ciclo vegetativo si riducono contaminanti, sebbene lavori completi richiedano più anni.

Gestione responsabile della biomassa: trattamenti termici come HTL o pirolisi consentono di degradare i contaminanti accumulati.

Benefici ambientali: miglioramento della fertilità, sequestro di CO₂ fino a 22 t/ha e rigenerazione del suolo.

Opportunità locali: filiere agricole green, creazione di occupazione e uso delle varietà più adatte per risanare aree compromesse.

La ricerca attuale dimostra con forza che la canapa può diventare una protagonista nelle bonifiche ambientali – dai PFAS ai metalli pesanti – unendo efficienza e sostenibilità. Resta fondamentale completare i cicli di raccolta e stoccaggio della biomassa, ma la strada è tracciata: una nuova possibilità di ecologia circolare dove la natura stessa ripara i danni dell’uomo.

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