Dove lavorare nel CBD in Europa: i migliori paesi per serenità, business e futuro

21 maggio 2025

Scopri i mercati più promettenti (e quelli più rischiosi)

per aprire un’attività nel mondo dei cannabinoidi

Negli ultimi anni, il mercato europeo del CBD (cannabidiolo) e dei suoi derivati ha visto una crescita esponenziale, spinto dalla domanda di prodotti naturali per il benessere, la cosmesi e persino l’intimità. Tuttavia, la mancanza di una regolamentazione uniforme in Europa rende difficile orientarsi su dove sia davvero possibile lavorare con serenità e visione di lungo periodo.

Ecco una panoramica dei principali paesi europei – tra opportunità, limiti e incertezze – e, alla fine, una chicca globale per chi vuole sognare (o investire) più lontano.



1. Germania – Il motore europeo del CBD


Status: Altamente favorevole


La Germania è oggi il paese europeo più promettente per il settore dei cannabinoidi:

 • Ha legalizzato l’uso ricreativo della cannabis per adulti, creando un contesto normativo più aperto e progressista.

 • Ha declassificato il CBD da sostanza controllata, facilitandone la vendita e produzione.

 • Ha aumentato il limite di THC nei prodotti legali dallo 0,2% allo 0,3%.

• Il mercato è in forte espansione, con investimenti pubblici e privati in crescita.


Conclusione: Un paese stabile, con normative chiare e infrastruttura commerciale forte.

Perfetto per aprire un business CBD-oriented.



2. Svizzera – Il laboratorio europeo della canapa


Status: Innovativo e flessibile


Sebbene non faccia parte dell’UE, la Svizzera si distingue per:

• Un limite di THC dell’1% nei prodotti CBD (tra i più alti in Europa).

Prescrizioni mediche semplificate per cannabis terapeutica.

 • Progetti pilota per la legalizzazione dell’uso ricreativo, supportati da studi scientifici.


Conclusione: Ideale per testare nuovi prodotti, fare ricerca, e operare in un contesto altamente tollerante e ben regolato.



3. Repubblica Ceca – Il piccolo gigante emergente


Status: In crescita

 • Discussione in corso per riconoscere il CBD come alimento tradizionale.

• Norme meno rigide rispetto ad altri paesi dell’Est.

• Clima favorevole alla coltivazione e burocrazia più snella.


Conclusione: Un’opzione interessante per chi cerca mercati in evoluzione, con costi più bassi.



4. Italia – Opportunità tra le ombre


Status: Normativa incerta e instabile


L’Italia ha vissuto il boom della “cannabis light”, ma oggi:

 • Sono in discussione restrizioni su fiori e derivati della canapa.

• Il settore è sotto attacco normativo e soggetto a continui cambi di rotta.

• Le imprese vivono una costante incertezza legale e fiscale.


Conclusione: Il potenziale c’è, ma non è un paese sereno per investire nel CBD oggi.



5. Malta – Piccolo stato, grandi contraddizioni


Status: Molto regolamentato

 • Il CBD è legale solo per uso medico e con prescrizione.

• I prodotti devono essere approvati dall’autorità sanitaria.

I fiori CBD sono vietati, anche con THC sotto lo 0,2%.

 • La cannabis ricreativa è legale ma il CBD no: paradossi legali.


Conclusione: Malta affascina ma non è ideale per attività commerciali CBD-oriented, almeno per ora.



6. Portogallo – Regole rigide sotto la superficie liberale


Status: Uso medico e industriale regolamentato

 • Il CBD è legale solo su prescrizione medica.

Cosmetici e ingestibili ritirati dal mercato nel 2025.

• Coltivazione industriale consentita ma vincolata a licenze stringenti.


Conclusione: Un paese con una reputazione liberale, ma in realtà poco favorevole al CBD commerciale.



7. Spagna – Libertà apparente, regole frammentate


Status: Caotico ma in crescita

 • Il CBD è legale solo per uso topico.

• Nessuna legge nazionale: le regole cambiano da regione a regione.

 • I Cannabis Social Club esistono ma sono in una zona grigia legale.


Conclusione: Un paese con potenziale e interesse, ma con un sistema normativo troppo incerto per pianificare a lungo termine.



La chicca finale: qual è il miglior paese al mondo per aprire un negozio di CBD?


Risposta: Stati Uniti – con focus sulla California e il Colorado.

 • Il CBD è legale a livello federale (con contenuto di THC <0,3%) grazie al Farm Bill 2018.

 • Stati come la California, il Colorado e l’Oregon offrono mercati maturi, sofisticati e aperti anche ai prodotti con THC.

• La cultura pro-cannabis è radicata e il consumo è normalizzato.

 • Le opportunità di branding, e-commerce e lifestyle sono enormi.


Conclusione: Gli USA – in particolare la costa ovest – sono il paradiso per chi vuole sviluppare un brand globale di CBD con visione, cultura e profitti reali.


Legalizzazione e benessere sociale: i dati parlano chiaro


Oltre alle opportunità commerciali, esistono oggi dati concreti e scientificamente validati che mostrano come i paesi che hanno legalizzato l’uso del CBD e della cannabis – sia terapeutica che ricreativa – abbiano registrato miglioramenti tangibili nella sicurezza sociale e nella salute pubblica. Ecco alcuni esempi:


1. Stati Uniti (es. Colorado, California, Oregon)

Riduzione dei reati violenti: studi dell’Università di Texas e pubblicazioni su Justice Quarterly hanno evidenziato una diminuzione fino al 15% dei reati violenti nelle zone di confine tra USA e Messico in seguito alla legalizzazione della cannabis in Colorado.

Calo dell’uso di oppiacei: secondo il Journal of the American Medical Association, nei primi stati USA che hanno legalizzato l’uso medico della cannabis, si è registrato un calo del 25% nei decessi da overdose da oppiacei.

Aumento delle entrate pubbliche: solo il Colorado ha incassato oltre 2 miliardi di dollari in tasse dalla legalizzazione, reinvestiti in scuole, sanità e prevenzione.


2. Canada

Legalizzazione totale dal 2018.

 • Il tasso di criminalità non è aumentato; al contrario, è cresciuto il controllo sanitario sul consumo.

Crescita dell’occupazione: oltre 100.000 posti di lavoro creati nel settore della cannabis legale.


3. Germania (dal 2024 anche uso ricreativo)

 • La legalizzazione ha spostato il consumo dal mercato nero a un circuito controllato, migliorando la sicurezza dei consumatori.

 • Attesi benefici per il sistema sanitario grazie al controllo sui dosaggi, sull’etichettatura e sulla tracciabilità dei prodotti.

• Investimenti statali per campagne educative e ricerca medica sul cannabidiolo.



Conclusione: dove natura, business e società si incontrano


Legalizzare non è solo un’opportunità commerciale, ma un passo verso un modello sociale più sicuro, più sano e più giusto.

I dati globali mostrano che dove il CBD e la cannabis sono regolamentati, si vive meglio, con meno crimine, più occupazione, più controllo sanitario e meno dipendenze gravi.

©SALUTE⚕️GREEN

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